Erano rossi i fiori
che intravedevo a sera, verso sera,
quando la luce
se ne va assonnando
e la sera è, diviene.
Erano rossi i fiori
che mi dicevo rossi e solo quel colore
era reale, tale e quale
all’idea del riscatto
che era in divenire, sarebbe certo stato.
E i rossi fiori
mi crescevano dentro soffocanti
e liberanti insieme
turbine e pace, all’unisono cantavano,
schiette e spaurite, moltitudini.
E rossi rimanevano
negli sguardi che ti tiravo addosso
ammaliato irretito
da te ridotto stupido
e stupito.
Rossi esplodevano i fiori
nei lampi della mente ad occhi chiusi
nei pensieri roventi dove l’oscenità
mutando in poesia
m’era padrona.
E di colore rosso
inebriato
cancellandomi gli anni arroventato andavo
patetico con te
incespicando
dietro di te.
Guardandoti.
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