Ma come se ne va anche per te,
più rapida nel corpo che nel cuore, l’età.
Sempre più larghe orme lasciando.
Impavidi sguardi lanciavi, umidi,
dalle palpebre attrici,
esasperati, oggi
se guardi non sapendo mandi
nei riflessi dorati
le paure.
Non è più il buio che giustifichi alla ragione
l’ansia
né il silenzio né il disamoramento
ma è il morire
che sale
e lo scopo del vivere disperso.
Ma proprio il buio invoco che ci colga ancora
un istante vicini irragionevoli
che l’amore trasporti
fuori di me a colmarti in un comprendere
totale che stupisca
e ti rapini i sensi e te li espanda.
Della rapace pianta d’oro d’un tempo
poche radici restano
e anche tu chini i pur validi rami
agli umori che mutano.
Avvolgerti dovrei e quell’atto tentato ricreare
d’esserti attorno veste e casa
e colore
e difesa.
Extrema ratio.
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