Isole senza spuma intorno prive di merletto
spiagge schive dai bordi sconosciuti
litorali perduti nella bruma.
Solitudini e silenzi profondissimi e cupi
piogge di rupi a picco, violenze
di cascate e grotte ostili, piene
di moltitudini di voci, d’ombre.
Chiazze solo di luce nella foresta pluviale
che fatale si chiude e disperde l’aria
ti rantola di fiati e ti cuce la bocca
d’insetti, di animali.
I misteri della sera avvenuta improvvisa
balzata muta su di te che un istante sei ieri,
esiliato emarginato defraudato
innamorato persino.
Nei tuoi occhi mi intigno di nuotare
ignaro dell’arte marinara e affogare mi sento.
Ma anche da te apprendo
un briciolo d’eterno, una gora di resistenza al male
delle cose, che mi lega
e mi fa rimanere.
Imparare vorrei da te ogni cosa
disimparando d’essere.
Accettando di potere cadere.
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