Per luminose strade vado...

 

Per luminose strade vado
o andavo
o dovrei andare.

Ma programmi non faccio e non mi do
più.
Libere idee sostengo senza regole
tanto leggere e libere
che neppure le sento, odo soltanto
un murmure ronzio.

Solo sto.

I petali assegnatimi
gli ho già sfogliati tutti. Dei cardi viola
stringo nel pugno a mordermi la carne.
Ma con gioia però. Con gran felicità.

Precipito intensamente ottuso, interamente disperato,
disintegrato
e corro per non pensare
e corro per non dovermi amare.
Piccole cose invento.
Più che invento: inventario.

E me ne vado
così inutile vano
come concepito
distrattamente
un’altra volta ancora.
Ma stavolta alla morte. Sorridente aspetto
pigra una fine che non lasci traccia.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione