Miraggi vengono su dal suolo
tremolanti aspetti.
I rimasti respiri centellino e consumo pianissimo
per risparmio, pigrizia,
prima di venire dimenticato.
A gara tutto il mondo si è convertito a correre
talvolta mi ha costretto
strappandomi un consenso
ottenebrato.
Facoltà mi è rimasta di sostare
e ritrovare i miei primi pensieri. Sovente
da capo torno e del tempo che perdo
fo tesoro.
Pur essendoci gli anni odo ed odoro e so
animali puliti sentimenti
patrimonio non consumato, seppure abbandonato.
E venti caldi la mia pelle cerca a carezza
anche se il tempo più non m’è concesso
d’avere, possedere o soltanto sperare.
Piccoli trattenuti sorrisi di me stesso ragione
mi saltellano attorno agli occhi.
Sulle piazze selciate di brina, più che sciolta umida,
rasentando i muri vagano persone
senza parlarsi mai, isolate e perbene
scarni saluti accennano, frettolose bisbigliano.
Serenità mi invade mio malgrado.
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