Non mi do cura di cercar ragioni
agli strani smaniosi sensi
che quasi dalle cose escono, prendendosi di me
la più gran parte.
Movimento e quiete, rumori in pavidi silenzi,
solitudini, l’incontro con l’esterno
consento, ma senza che da loro si giustifichi
l’improvviso estraniarsi
che mi prende.
E linguaggi diversi da quelli delle labbra
parla il tuo corpo che se stesso narra.
Inciso cantilenante e antico
torpore e sapore d’amore e odorose
risposte essenze
scioglie.
Rivisitate pieghe del tuo corpo e risposte diverse
portano.
Confondono la coscienza di sé gli abbandoni
quando sinceri a volte
sopravvengono.
Sparire in te mi desta.
Tu, l’unica certezza che mi resta.
|