I tuoni della sera apparecchiano al vecchio cane e a me
attimi di lotta e ribellioni di abbaii e lamenti.
Si adattano le foglie alla violenza dell’acqua
ritmicamente scemando a terra
e costringendo i rami a ruvide carezze e contatti
con l’erba.
La sera cresce, la sera se ne va, la sera prende.
Le malinconie e le paure delle fiamme in un camino acceso
nelle braci cangianti, ricordanti e fatti e visi,
evitiamo.
Un tabarro, pesante e caldo, pensiamoci calato addosso
e distrazioni rincorriamo
evocate dal suono della pioggia.
Su di noi stessi meditare, mai.
Nelle nostre accantonate passioni la paure dell’ulteriore esistere
spegnamo.
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