C’era l’odore tuo dentro la casa
come se fosse una presenza assente.
Mi si posava addosso
rattristandomi lievemente.
Una attesa che si aggirava fra i rumori
che il vento porta, che il ricordo porta.
I silenzi di vecchie solitudini
rammento.
L’abitudine forza un conversare
con te lontana, sola.
Egoista, gemo la casa fredda
e mi sento ferito.
Tu là che aspetti, taci.
Scesa è la sera.
Come un cane che a caccia vada
vago
curioso che l’odore
svanisca e torni all’improvviso intorno.
Come mano m’afferra e stringe forte.
Dolorosa è l’assenza di te.
Coerenza sarebbe
che su me riflettessi.
Vorrei
perdermi un poco anch’io
vago nell’aria.
Ma il mio odore
soltanto tu lo sai e solo tu l’avverti.
Credimi.
Perso, da solo resto.
Nessuno cercherebbe ov’io sia andato.
Eppure sento
d’essere, in qualche modo,
imprigionato.
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