Mi venivano, all’improvviso...

 

Mi venivano, all’improvviso
come dei crampi dentro, morsi immaginati
come di grossi cani.
Di quello che mi stava vicino o che sentivo
dilaniavo.
Chiusi gli occhi e spento ogni pensiero,
dimenticato volutamente il mondo,
le passate passioni invoco.
Le vecchia mente, che smemora l’odierno,
ogni sospiro, ogni odore trasmette.
Fa desti gli occhi, le movenze, i visi,
i luoghi e le stagioni.
Ritornano i sorrisi, le visioni di me
incantato e solo,
gli sfarfallii del cuore.
Ma tutto passa, tutto è vanità,
dice il saggio Qoélet, anche l’amore
è vanità del cuore
e concede troppo spazio al possesso
e poco al dono.

Misera foglia, da triste ramo sciolta
vado planando.
E gli annebbiati occhi
fissi mi stanno domandando
e i quando ed i con chi.
Ricordi lucidissimi
mi raspano la mente
specie i falli d’amore.
Pentimenti raccatto qua e là
per la mente.
Senza sentirne peso né rimorso.
Ostinato ancor oggi della vita invoco
un ultimo sorso.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione