Ho fatte scelte a capriccio
spesse volte
e spesso conseguenze ne ho pagato
in lacrime talvolta,
in pianti di rivolta. Diversa sorte
conquistandosi
contro di me spazi, contro di me erta
svolgendosi
mi spinse, me ritroso, vergognoso
nell’incavo del braccio
nascosto.
Cessati i pianti gli occhi sereni porto
a serenissime
distese e planare di fronde
a ammantellate colline che la mia terra
nutre.
Così silente senza guardarti in viso
il seno tuo accarezzo contro il sole
che un incerto sorriso effonde
sulla collina.
La luce serra come collana l’orizzonte
e la mano confonde e pensieri
e pulsare delle vene.
E dispaiono pene e sentimenti
più assai grandi di me
posso creare.
L’ansare del tuo cuore mi commuove
mentre moriamo insieme
legati dal disfarsi lento e greve
dell’esistenza.
Ma esistere non credo senza te.
In voli ancora fitti di passione
ancora guidi
la mia vivenza
come fonte d’amore insaziata.
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