Ora che è giunto il tempo di aspettare...

 

Ora che è giunto il tempo di aspettare
dello starsene fermo
composto,
se me ne avvedo piuttosto m’agito
tanto da far capire a questo e a quelli
che mi vengono accanto
che ci sono, che sono ancora vivo e cosciente.
Ma tutto questo muovermi non giova.
Ma ti ricordi tu quando rabbrividiva
la pelle
e le mie labbra che ne inseguivano i movimenti
e le parole dette, solo in quei momenti,
istanti incisi con scalpelli d’oro
e le speranze ed i vedrai domani
e i dannati e puttani sensi
che mi spendevano agli angoli delle vie
di questo o di altri mondi
che erano tutti possibili, che potevano essere tutti
e che in parte sono stati
credimi.
In parte ci sono stati. Malati,
sconciati
ma anche concreti. Stati, insomma.

La vergogna del crescere mi ha
abbandonato
mi ha lasciato da tempo ormai.
Qui tutto è arido e fallato.
Una povera cosa che sta qua ferma e composta.
Giusto il tempo di aspettare
senza riflettere e senza amare.
Rimescolando il passato.
Intestardendomi a immaginare
quello che poteva essere e che non è stato.

Canto d'inverno. Mia ultima stagione