L’ultima lettera d’amore
vorrei, di quelle che mai ho scritte,
leggere, recitare.
Riceverne. Vorrei.
Fin da quando, tanti destini fa,
compresi che l’amore era e passava,
un divenire,
come un vento sui volti.
Folata o lieve brezza, una carezza
portata da un mondo favola,
posata su una altalena
ove la pena e la gioia stanno
appaiate,
minuscole falene donateci
dalla fantasia del fato.
Cosa potrei dire mai o ascoltare,
con quali parole lucidarti
gli occhi
dimentica dell’età e della noia
di questa vita sempre eguale
sempre la stessa
opprimente e dimessa.
Suggeriscimi tu cosa dire,
con quali accenti scrivere.
Scrivimi una lettera tu.
Mettici quello che vuoi.
Fammi sentire al centro, desiderato.
Vivi con me. Arpeggiami.
Ingaggiami come tuo trovatore.
Imbandisci su me
i tuoi ultimi desideri e proprio
perché ultimi
profondissimi e veri.
Ricorda di me solamente
le cose pulite.
Stringimi forte al cuore.
Su scrivimelo!
Per favore.
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