C’era come una pausa nell’aria,
una attesa di un che,
di un chi. Sapendo, allora, adesso presumendo.
Ogni emozione forte era possibile.
Sventolavano i drappi sui pennoni,
dall’alto la scolta inneggiava al re.
Così era l’atmosfera.
Ma prima, solo un poco prima
ed ora non è così.
Solo un momento fa, quel tuo divenire
diventava ieri, diventava è stato,
diventava non ho capito.
Ed i potevo non realizzati, lasciati cadere,
ti disarcionano dalla tua quiete
supposta. Sopportata.
Chiedi allora alla fata un dono,
ché il tuo Dio che hai perso per strada
non può più udire,
quello della parola che affascini,
che stringa legami,
che prosciughi la solitudine.
Solingo infatti resti.
Solo sei con te stesso per compagno.
I silenzi che un tempo agognavi
sono presenti tutti insieme, adesso.
Ora che una parola, una carezza
ti sono necessarie.
Ora che un vento
una brezza d’amore, quale che sia
potrebbe liberarti.
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