Suvvia lasciami stare...

 

Suvvia lasciami stare
come cuneo proiettato in cielo
verso un punto che s’allarga
precipitare.
Fare vela nel vento ad occhi aperti
su te dentro di te
nella carne un poco imperlata
salata.
Oltre i sensi quando solo una traccia
rimane dei sentimenti
così importanti e lontani
ricostruendo ogni giorno un domani
come se ci fosse
come se ancora fosse.
Un po’ di coraggio basta, le deformazioni
dell’abitudine abbandonando,
aprendo lo sguardo ai vari noi che siamo
così come oggi cambiati
transustati.

Dimentichi delle piccole cose sordide
che ci accadono
e che comunque ci invadono
aspettare la sera insieme.
Sulla veranda se non fosse freddo
nello sparire piano del giorno
con rumori intorno
conosciuti e domestici.
Quasi per gioco, paventando il buio.
Quel rimasuglio d’infantile ansia
tenendoci per mano esorcizzare.

Prigioniero d'un Dio