Sui trampoli di mille bugie
inamidati di certezze
sbandando ad ogni soffio di coscienza
andiamo.
Poveri noi soffriamo
d’ogni violenza fatta d’ogni pietà negata
del ripetersi i giorni squallidi
e senza gloria
senza vittoria e ali lucenti
e corone, fossero pure di spine,
ma in primo piano
al centro delle attese.
Quante pretese.
Per una vita ricordata a milioni
ce ne affoga l’ignoto e l’ignoranza.
Sul vivere che avanza
gettiamo i dadi da noi stessi siamo
carnefici e imputati.
Così come viviamo, soli,
verso un’ancor più vasta solitudine
andiamo.
Coi ricordi e gli sbagli per compagni.
E guai che ci si lagni.
A rammentarli interviene qualcuno
che ci vuole far crescere per forza
e ci schiaccia nella nostra arroganza.
D’una nostra purezza disperata,
che pur esisterebbe o fu possibile,
atrocemente ci dona speranza.
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