Il largo spiazzo...

 

Il largo spiazzo
i ricorrenti ricordi
gli spazi vuoti e i tempi da riempire
per una parola sola
una carezza proiettata di giorno in giorno
in attese
allucertolato al sole senza uccelli di guardia
senza essere preda o cacciatore
al sole
rimediato nei panni e nella carne
da solitari sfoghi vinto
onnivoro di libri, dai desiati sensi
e polloni ed odorose polveri
e incontri separato.
In occluse spartane e fredde stanze
segregato
votato all’incontaminazione
da tutto il fuori escluso.
Di me, dunque, lamenti
quello che offusca l’idea che ti sei fatta.
Aspetta un attimo.
Il rancore covato da un bambino
diviene adulto subito
in socchiuse porte abita
in polverosi scuri angoli ascoso
tace.
Si vendica di me che pavido
sacrificai la vita
senza preavviso.
L’odio che di me stesso porto,
adulto, resta dentro me vecchio.
D’erbe amare mi ciba.
Il non stato invisibile mi opprime
e credendoti complice
coinvolge il tuo sentirti proprietaria e amante.
Il mio tempo sprecato, bestemmiato,
similitudine di condanna svelasi.

Prigioniero d'un Dio