Prete del mio destino
officio un rito
offerta , invocazione e offrente
essendo.
Confusamente.
E sulle prime i gesti benedicenti
quasi a forza vengono
evocati
da un di dentro che celato mostrasi
che inesplorato svelasi.
Un orgoglio smisurato d’un divino che era
vivo e appartato
vegetale inanimato freddo
bisognante di una scintilla livida
di rabbia, che una cagna ragione
ha tenuto a bada
che ha deviato dalla sua strada
per non farti sapere d’essere
per non metterti paura
dell’avventura eterna che sei
che in fondo anche sai
dell’immortalità che nasce dal tuo disfarti,
dal tuo dividerti in parti,
dal tuo scinderti in batteri,
dal tuo perdere involucri esterni
accidentali.
Carni diverse veste l’anima che con altri occhi vede.
Al tatto, al gusto inconoscibili.
Di sensi sconosciuti e possibili
ci ha dato promessa il Verbo
al giusto tempo di ognuno.
Adesso una mesta parodia restiamo.
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