Dai tredici ai vent’anni...

 

Dai tredici ai vent’anni
un buco nero.
La memoria mi sfugge.
Qualche odore,
povertà nei vestiti, piccoli furti in casa
per gli spiccioli.
Rari amori sbagliati, forsennati,
e solitari giochi.

Cancella il tempo
i lutti del crescere in disparte
un po’ viscido e mollo
sgraziato e ostile, puerilmente vile,
grasso di sego e pane,
senza meta né scopi.
Improgettando nell’età indiscreta
ch’altri, curiosi della vita, allieta.
Dandomi da pensare Dio trasborda,
dentro a ogni ora perduta
che pure è stata
e che a difesa ho reso sconosciuta,
velocemente immagini che non m’è dato intendere.
La mia superbia loda
l’abilità dell’anima che cela
le parti oscure.
Dolorose certo,
Un vago pentimento pervade e immalinconica
ogni gesto.
Mi tolsi o mi fu tolta la memoria
ma non la pena
d’essere colpevole.

Di qualcosa che so che eppure feci
che con l’umido panno
di ciò che divenivo
dilavai.

Prigioniero d'un Dio