Ora vorrei sapere quand’è che muore
l’estro,
quando si ingrigi e spenga la brace
che mi cuoce,
il potere di chi, ignoto, mi spinge
più oltre la ragione
in terre inconosciute
pelose e baffute di colline e forre
coperte tutte
di afrori rugginosi ansiosi.
La perversa mente si mantiene
non in tutto ma in queste cose attiva
vitale e malsana
puttana
irta e corrusca a fronte dell’alma pavida
che l’età pazientemente ha forgiato
ad una mitezza e umiltà
che sa già di aldilà.
La carne che ancora mi glorio
di scoprire al tatto
esploratore insistente di ogni anfratto
diviene d’altronde sempre più un mito.
Intimidito dalla vecchiaia
gemo
perché non invecchiano insieme
cervello e sensi e carne.
Alla mia nudità rammollita rispondo
con percezioni mentali inturgidite
umiliate.
Buffone e giocoliere di me stesso
ho attimi di sesso virtuali.
che mi fanno sorridere.
|