Quanti poveri sogni le occasioni mancate
spengono
non come il tempo, la liscivia dell’età
sbiadisce
ingentilendo, affastellando e arabeschi di muffa
aggiungono
bellezze ai misteriosi incastri di profili
in umidi rappresi disegnare.
Ma le violenze spengono e i pugni alzati
non più saluti mandano
e dei rossi cortei e dei canti solo la memoria
dei lontani giorni d’infanzia
s’impreziosa.
Quanta tristezza in quante reticenze caduti
siamo
che senza Dio lottando le vie del cielo
spesso
calcammo ignari d’avvertirne l’estasi.
Dimenticati e perdonati? Soli.
Non lasciamo costrutto niente.
La nostra laica religione demmo
ma più nessuno la raccolse.
A stento alla fine arrivammo.
Abbandonati.
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