Ammaliato dall’aria, quasi ebbro
i vincolati sensi d’ogni ragione spoglio.
Dialogare non voglio.
E poi con chi e di che.
Passo oltre ogni viso e rimango distante
quasi fossi, chissà, quel che dovevo.
Piacevoli armonie l’aria raccorda,
pasce gli occhi di tutta la sua gioia,
abbevera la pelle
mormorando.
Sull’onda della sera, chiuso, murato in casa,
ogni uscio che ho serrato mi difende.
L’unico mio nemico nello specchio mi attende,
malgrado faccia notte
a luci spente aspetto.
Farneticando, senza causa alcuna,
a piangere mi metto.
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